Carlo Conti: “Avrei dovuto condurre Sanremo”

Il presentatore si racconta alla rivista Diva e Donna

di Monia Ruggieri 18 Ottobre 2012 10:46

E’ la moda del momento: commentare l’operato dei propri colleghi. Lo fanno nelle fabbriche, negli uffici ed anche in tv. Come Carlo Conti, presentatore di L’Eredità e Tale e Quale Show su Rai 1, in un’intervista al settimanale Diva e Donna passa letteralmente in rassegna tutti i suoi colleghi, non tirandosi mai indietro.

Fabio Fazio? E’ “uno dei pochi che riesce ad essere credibile sempre”. Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni? “Sono due fratelli“. Paolo Bonolis? “Fortissimo, travolgente, ha un uso talvolta geniale della parola“. Francesco Facchinetti? “Ha dimostrato di essere forte“. Adriano Celentano? E’ un “grande artista oltre che un grande comunicatore“. Insomma, ce n’è per tutti!

Conti si è lasciato sfuggire anche qualche parola sul Festival di Sanremo e su una sua probabile o possibile conduzione futura:

Ci siamo andati vicinissimo due volte, poi però ho sentito che non tutta l’azienda era convinta. Sanremo è da fare solo quanto tutti remano dalla stessa parte. Si può anche non fare, non è obbligatorio. Non la vivo come una mancanza. Riporterei al centro la musica, creando anche i giusti orpelli intorno. 

Ma il presentatore ritorna sui suoi colleghi, parlando di alcuni suoi punti di riferimento:

Sono tre le mie anime televisive. Mike Bongiorno, il quiz. Pippo Baudo, il cerimoniere per eccellenza. Come spalla degli ospiti, mi sento anche una vena arboriana da non sottovalutare. Qualcuno ha detto che ricordo Enzo Tortora per i modi eleganti. Quando faccio il sornione, Corrado.

Nella parte finale l’intervista diventa qui personale, non sono mancate infatti domande sulla sua vita privata:

Non è vero che l’amore non è bello se non è litigarello. Francesca e io non abbiamo mai litigato. Ci piacciono le stesse cose, guardare da soli un film sul divano, una serata con gli amici, fare la spesa al supermercato. C’è una grande complicità. Ci capiamo dallo sguardo. (Cosa manca? ndr) La gioia di un figlio. Se arriverà, non lo so. Probabilmente la prossima volta che c’incontriamo ti dirò che sono ancora più felice.

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