Germano racconta L’ultima ruota del carro, il nuovo film di Veronesi

Il film sarà nelle sale soltanto da novembre 2013

di Monia Ruggieri 2 Novembre 2012 20:29

Si chiama L’ultima ruota del carro ed è l’ultima fatica di Veronesi. Si tratta di una pellicola che è stata appena girata e che vedremo nelle sale cinematografiche soltanto da novembre 2013. La pellicola racconta la vicenda di Ernesto, un traslocatore che attraversa 40 anni di Italia tra il socialismo e il berlusconismo. Ernesto viene interpretato da Elio Germano, il quale descrive così il suo personaggio:

 “Veronesi me ne ha parlato, e io ho trovato subito la storia e il personaggio di Ernesto più che interessanti. In verità al nostro primo incontro gli ho persino fatto un paio di nomi di attori che secondo me sarebbero stati perfetti per il ruolo! (del personaggio mi attraeva ndr) La sua purezza, quella di una persona perbene in un mondo che va male. Mi piaceva si guardasse la storia del paese attraverso il candore del suo sguardo. E mi interessava la sua postazione privilegiata di osservatore: è un traslocatore che entra es esce dalle case delle persone, che va a lavorare anche da personaggi importanti, tipo Paolo Villaggio, o aristocratici, artisti come Alessandro Haber che nel film interpreta un pittore di cui diventa uomo di fiducia. Un personaggio anche emblematico, per la sua onestà”.

E alla domanda se riscontra l’onestà di Ernesto nell’Italia attuale, l’attore risponde positivamente:

“Per fortuna sì, anche se c’è chi non ha la possibilità di poter resistere: Ernesto si è attaccato all’etica del lavoro, la sua abilità ne ha fatto un traslocatore molto richiesto, oggi francamente non so se quella stessa onestà sul lavoro venga altrettanto premiata”.

Germano nella pellicola è invecchiato di 40 anni; ecco come si è sentito:

“Decisamente interessante, una persona che invecchia comprende tutta la complessità dell’essere umano, quel tipo di atteggiamento è qualcosa di molto faticoso da adottare. Mi sembrava bello il tentativo di raccontare il percorso di una vita. Non è facile: per dire, nel film sono padre, e tre giorni fa abbiamo girato una scena in cui mio figlio era appena nato, il giorno dopo una in cui aveva 7 anni, ieri una in cui aveva 19 anni e mi presentava la sua fidanzata. È curioso. A livello tecnico hanno usato parrucche tiranti per ringiovanirmi, e quattro ore di trucco per invecchiarmi. Mi fa piacere che Veronesi abbia voluto scommettere sulle capacità artigianali che hanno fatto grande il nostro cinema nel mondo, dai costumi al trucco. Oggi che c’è crisi e si cerca di fare film sempre più piccoli e rinchiusi, trovo coraggiosa un’operazione del genere”.

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