Muhammad Alì, l’eroe del pugilato è morto

Aveva 74 anni, a causa di complicazioni respiratorie l'ex campione del mondo dei pesi massimi Muhammad Alì ci ha lasciati.

di Elide Messineo 4 Giugno 2016 8:55

Aveva 74 anni e da molto tempo ormai combatteva contro il morbo di Parkinson, dal quale sono state causate le complicazioni respiratorie che hanno ridotto in fin di vita Muhammad Alì.

L’ex campione del mondo dei pesi massimi si trovava in ospedale a Phoenix già dallo scorso giovedì, ieri sera le sue condizioni si sono aggravate e questa mattina, all’alba, si è spento. Famoso come Cassius Clay prima della sua conversione all’islam, Muhammad Alì è stato uno dei più grandi sportivi di tutti i tempi. Famoso per la sua tecnica inconfondibile, per gli insulti che riservava ai suoi avversari sul ring ma anche per la sua lotta per i diritti civili, che lo ha reso un simbolo in tutto il mondo. Muhammad Alì ebbe il coraggio di rifiutare di andare a combattere la guerra in Vietnam, la sua guerra personale la combatteva sul ring, il successo – quello grande – ebbe inizio alle Olimpiadi di Roma nel 1960, tra i suoi rivali sul ring ci sono stati Sonny Liston e il temutissimo Frazier, il primo a farlo crollare, poi George Foreman e il leggendario match di Kinshasa. Allora Muhammad Alì aveva gli occhi del mondo puntati addosso e lasciò tutti a bocca aperta: per otto round rimase attaccato alle corde facendosi colpire dall’avversario per poi approfittare della sua stanchezza e mandarlo a tappeto, assicurandosi così la vittoria, di fronte all’incredulità degli spettatori e dei suoi stessi allenatori.

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