X Factor, Max Gazzè: “Non potrei fare il giudice”
Max Gazzè dice di non sentirsi tagliato per la tv, nemmeno per un programma come X Factor che teoricamente dovrebbe essere dedicato solo alla musica. Ma secondo il cantautore romano ultimamente il talent show di Sky ha ampliato un po’ troppo gli orizzonti, di fatto snaturandosi. Ecco cosa ha detto Max Gazzè in una intervista rilasciata a il Corriere della Sera-Sette.
A X Factor ogni giudice ha un ruolo. E io non credo che sarei capace di recitarne uno. Quest’estate ho fatto le selezioni della sezione ‘gruppi’ con Alvaro Solèr, in Spagna. Prima X Factor mi sembrava solo la sagra del bel canto. Ora hanno ampliato un po’ gli orizzonti. Ma troppo spesso nei talent si vedono copie di copie di copie di cantanti. L’emotività non passa. E allora si cerca di riprodurla artificialmente con un gigantesco corredo di immagini. Credo ci sia anche un discorso legato al passaggio dall’analogico al digitale. L’analogico, il vinile e la cassetta col nastro riuscivano a trattenere anche le frequenze elettromagnetiche dell’artista, l’empatia del musicista. E con esse le emozioni tipiche che si provano durante un concerto live. L’opera d’arte che si compie nel momento in cui si fa tramite tra le emozioni dell’artista e chi contempla l’opera. Con il digitale, invece, al momento non si riesce a replicare quelle frequenze, quell’empatia. E quindi l’ascolto della musica oggi rimane a un livello di interpretazione cerebrale, non riesce ad essere emotivo. E allora che cosa si fa? Si compensa con le immagini, con gli show. Costruendo quelle grandi pantomime che sono i talent
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