Jimi Hendrix: un documentario musicale per festeggiare i suoi 70 anni
Era il 27 novembre del 1942. Esattamente 70 anni fa nasceva a Seattle una delle leggende del panorama musicale mondiale: Jimi Hendrix.
Chitarrista e cantautore statunitense, Hendrix è stato definitivamente consegnato alla leggenda grazie alla sua insuperata, e per certi versi insuperabile, abilità con la chitarra elettrica, nei confronti della quale si poneva come un vero e proprio sperimentatore.
Nonostante la sua precoce morte, il mondo dimostra di non averlo mai dimenticato.
Ecco perché oggi, per festeggiare il suo settantesimo compleanno, 150 sale italiane trasmetteranno un documentario musicale integralmente dedicato alla figura di Jimi Hendrix. Il film, intitolato “Hendrix 70 – Live at Woodstock”, è firmato Michael Wadleigh, già premio Oscar per il film “Woodstock”. La pellicola contiene interviste esclusive, materiali di repertorio e registrazioni d’epoca, che è stato possibile ricostruire grazie alla Experience Hendrix Llc., società di proprietà della stessa famiglia Hendrix.
Ma il momento clou dell’intero documentario è sicuramente l’esibizione del grande chitarrista davanti alle migliaia di giovani riuniti al Festival di Woodstock, che si tenne in mitici tre giorni, dal 15 al 18 agosto 1969, durante ai quali si inneggiò alla pace, all’amore, alla musica.
La performance di Hendrix, seguita a quelle di Bob Dylan, Janis Joplin, Joan Baez, gli Who e di molti altri, rimase nella storia.
Con la sua band, composta da Larry Lee alla chitarra, Billy Cox al basso, Mitch Mitchell alla batteria, Juma Sultan e Jerry Velez alle percussioni, egli intonò le note dei suoi capolavori, quali Hey Joe!, Foxy Lady, Purple Haze, Voodoo Child.
Ma ciò che rimane nell’immaginario collettivo, e che adesso viene riproposto nel documentario con un’audio del tutto rinnovato, è sicuramente la famosa improvvisata che portò Hendrix a mostrare al mondo la sua versione, distorta e poco ortodossa, del The Star-Splanged Banner, l’inno degli Stati Uniti d’America: il chitarrista si accanì sul tema in un modo aspro e selvaggio con una sola chitarra, intercalando la melodia con simulazioni di suoni di bombardamenti e mitragliatrici, in chiara opposizione all’allora guerra che infuriava in Vietnam.
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