Almodovar, sesso ad alta quota
Il regista Almodovar è in Italia per presentare “Gli amanti passeggeri”, il suo ultimo lavoro cinematografico: una commedia erotica leggera ambientata su un aereo in avaria.
“Ho un contatto continuo e diretto con la gente: l’unico sport che pratico è passeggiare per le vie di Madrid, e negli ultimi tempi le persone non facevano che fermarmi, dicendo ‘ma quando torni a fare una bella commedia?’. Una richiesta che mi ha colpito al cuore. Anche perché avevo voglia di tornare ai toni e alle atmosfere dei miei primi film, quelli degli anni Ottanta. Allora volevo celebrare l’avvento della democrazia nel mio Paese: ora invece questo velivolo in pericolo, senza direzione e forse destinato a non atterrare, è una metafora della Spagna attuale”.
Schietto, chiaro e sincero. E’ così che Almodovar ha presentato il suo ultimo film, Gli amanti passeggeri. Ecco perché ha scelto di ambientare questa commedia su un velivolo:
“In aereo io non ho mai avuto esperienze estreme, paragonabili anche lontanamente con quelle che vedete nel film. Il mio scopo era mettere i protagonisti in un luogo chiuso, da cui non potevano scappare, e sottoporli a una grande tensione. Il genere del resto ha una sua tradizione, che va da Airport a L’aereo più pazzo del mondo. Quanto a me, ho voluto far sì che i personaggi lottassero contro la paura l’incertezza attraverso la parola: a bordo gli schermi sono spenti, qualsiasi consolazione televisiva è lontana”.
Il regista ha poi voluto parlare dalla recentissima elezione del nuovo Papa:
“Prima di giudicarlo aspettiamo i suoi primi atti. Io non l’ho nemmeno visto sul balcone, quindi da regista non posso giudicare la sua interpretazione, non so che sentimenti abbia comunicato: se tenerezza, lascivia, o altro. Purtroppo credo che sia un Pontefice continuista, e non è bello: la Chiesa dovrebbe invece cercare di stare al passo col mondo contemporaneo. Ho comunque l’audacia di dare a Francesco due consigli. Primo: per favore, realizza la parità dei sessi all’interno del cattolicesimo, permetti il sacerdozio femminile. Così le donne potranno accedere ai due miracoli più belli: quello del perdono, attraverso la confessione; e quello della consacrazione, con la messa. Secondo: elimina il celibato dei preti, così scompare anche l’infamia degli abusi sessuali. E a questo punto, se va via il celibato, tanto vale dare ai religiosi l’accesso al matrimonio. In tutte le sue combinazioni, che non sono molte, sono tre: uomo-donna, uomo-uomo, donna-donna. Ma tre è molto meglio di uno”.
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