Gladiatori di Roma 3D, il nuovo kolossal di Straffi

Il nuovo film dell'inventore delle Winx

di Monia Ruggieri 9 Ottobre 2012 14:24

Quattro anni di lavoro 500 animatori e programmatori, 2400 camere stereoscopiche: questi i numeri di Gladiatori di Roma 3D, il kolossal da 35 milioni di euro ideato dal regista e disegnatore 47enne marchigiano Iginio Straffi. Dopo l’uscita italiana prevista per il 18 ottobre, il film animato sarà lanciato anche negli Stati Uniti, dove sarà distribuito da Paramount. Il papà delle Winx, questa volta ha superato se stesso, ripescando addirittura la storia dell’antica Roma.

Dice Straffi:

“L’ambizione è di fare un film che piaccia ai bambini e non annoi i genitori, più Shrek che Alla ricerca di Nemo”.

E quando gli si fa notare che i gladiatori nel cartone animato non sono aggressivi, afferma:

I gladiatori sono figure che appartengono alla nostra cultura, ma sono anche metafora del presente. Combattevano come gli idoli del calcio, firmavano oggetti. Si prestavano a un racconto moderno pure se ambientato nell’antichità. Non ci interessavano gli incontri all’ultimo sangue, ma invece tecniche di combattimento spettacolari e il look, come nel wrestler. Ma il nostro Timo non combatte per la fama o per i soldi, solo per l’amore della sua compagna d’infanzia”.

E parlando del secondo messaggio racchiuso nel film animato, ovvero quello relativo al doping, il regista afferma:

“Sì. Anche alla luce di ciò che alle ultime olimpiadi ci ha toccato da vicino, mi piacerebbe pensare che i ragazzini vedendo questo film capissero che le scorciatoie nello sport non portano da nessuna parte. Che i risultati sono frutto del sudore, non della furbizia”.

Mentre quando Repubblica gli fa notare che la produzione del film ha avuto un costo piuttosto elevato, ammette:

“Sì. Con la Rainbow in vent’anni abbiamo costruito un modello di successo per la tv. Da sette anni stiamo lavorando per provare a fare qualcosa di importante per il cinema. Con i film sulle Winx andavamo sul sicuro, stavolta partiamo da zero, con personaggi nuovi. Il rischio è pari all’ambizione. Ma abbiamo già prevenduto in 30 Paesi, Stati Uniti, America Latina, Asia. E contiamo di vendere in altri Paesi, se l’Italia non fa scherzi. Se facciamo fiasco a casa nostra magari qualcuno comincia a prendere le distanze”.