Il documentario anti Obama continua a scalare le classifiche USA
Cominciata con una distribuzione in sordina, il documentario anti Barack Obama basato sul libro del conservatore Dinesh D’Souza “The roots of Obama’s Rage” – Le Radici della Rabbia di Obama – passa alla grande distribuzione dopo aver riscosso una incredibile quanto inaspettata affluenza di pubblico, persino nella liberale New York.
Dopo l’aumento del numero di sale da 61 a 169, il film ha incassato $1.2 milioni nel weekend precedente, totalizzando la rispettabile cifra di $2 milioni dalla sua prima uscita, il che ne fa il miglior documentario non naturalistico dell’anno – per ora – dopo “Bully” un spaccato sul bullismo nelle scuole americane.
Dopo un timido inizio a metà luglio, a partire da venerdì scorso “2016: Obama’s America”, co-diretto da D’Souza and John Sullivan, è stato proiettato in 1,075 sale in una aggressiva operazione di ampliamento proprio in occasione della Convention Repubblicana di Tampa, in Florida.
All’Union Square di New York, principale città d’America pro-Obama e importante fonte di sovvenzionamenti per la sua campagna, “2016: Obama’s America” si è piazzato al terzo posto dopo il Cavaliere Oscuro e Total Recall, tanto da meritarsi la battuta che qualche luminare dell’industria cinematografica ha fatto sul documentario, ovvero che la gente deve aver pensato fosse un film pro-Obama…
Il film è fortemente critico dell’attuale presidente e, partendo dalla domanda: “come sarà il 2016 se rimarrà Obama?” ne racconta l’infanzia e adolescenza dimostrando come il pensiero e l’ideologia dell’attuale capo della Casa Bianca siano in realtà molto lontani dalle reali esigenze e priorità del popolo americano, se non addirittura opposti.
Non vi è dubbio che questo film, che sia stato realizzato ad hoc per favorire il candidato avversario Romney oppure sia frutto di una semplice posizione ideologica di chi lo ha voluto produrre, rappresenterà più che un sassolino in una scarpa del presidente Obama…
Secondo Sullivan, le ragioni dell’ottimo risultato si devono semplicemente ad una espansione mirata su buoni mercati e alla pubblicità fatta a livello nazionale su programmi radiofonici e importanti reti TV.