La Mala Educaxxxion di Elena Di Cioccio

E' tornata la terza edizione del programma di La7 D che parla di sesso e sessualità

di Monia Ruggieri 13 Marzo 2013 10:04

Ieri sera è tornata in onda su La7D La Mala Educaxxxion, il programma condotto da Elena Di Cioccio, che vuole raccontare  il modo di vivere la sessualità nei nostri giorni. La terza edizione del programma sarà formata da 10 puntate, e quella di ieri sera era dedicata a I cinque sensi. Particolarità di questa edizione, è la presenza in studio di tre coppie che racconteranno le proprie relazioni amorose. Ecco come Elena Di Ciocco ha voluto spiegarci e raccontarci il suo fortunato programma.

«La Mala Educaxxxion è un esperimento: è un programma che è nato con l’intento di provare a far ciò che non si fa più, cioè dare alle persone la possibilità di avere la protezione e lo spazio per raccontare le proprie esperienze. Non traghettare le persone a dire per forza delle cose e neanche di mettere lì delle persone per mangiarsele vive e cannibalizzarle. Abbiamo cercato di creare uno spazio in cui ci fosse la comprensione tra gli uni e gli altri.»

E ancora:

«Come li scegliamo? A parte quelli che vogliono venire (tutti quelli che vengono in televisione, una dose piccola o grande di esibizionismo ce l’hanno), le persone che vedi un po’ si sono candidate e un po’ le abbiamo pescate in giro, al bar in palestra ecc.ecc. Noi facciamo un’intervista con tutti gli argomenti che ci piacerebbe trattare. Per cui ci sono redattrici che si sono sciroppate cento interviste tutte uguali. Sulla base di quello tu sai che cosa ti danno. Se per esempio parliamo di preliminari, so che cosa lei mi racconterà …»

Ed ecco come è stata scelta come conduttrice del programma:

«Mi ha chiamato l’ideatrice del format e mi ha detto: “Io ho questa idea. Voglio fare un programma sul sesso”. Io le ho detto: “Guarda no, non mi interessa. Mi piacerebbe, però già ci sono loro che lo fanno e poi non me la sento di avere il dottore in studio”. Quando mi ha detto che voleva comporre un racconto di esperienze e che potevo fare questo lavoro di mettermi in mezzo e di farmi i fatti delle persone, ho detto si. Perché quando ti capita che cento persone ti raccontino …»

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