Monte Bianco, ecco cosa hanno detto i critici sul reality d Rai 2
Monte Bianco è terminato e di critiche, il reality vinto dall’ex calciatore Gianluca Zambrotta, ne ha ricevute tante. Vediamo le principali espresse dai più celebri critici.
Si parte con Aldo Grasso, uno dei più morbidi sul programma di Rai 2. Su Il Corriere della Sera, scrive:
Realizzato sullo stile di Pechino Express (registrare chilometri di «girato» per trarne il meglio con un forte lavoro autoriale e di montaggio), Monte Bianco è la vittoria, innanzi tutto, di Magnolia, a dimostrazione che il discorso sulle produzioni esterne alla Rai andrebbe fatto con maggior cognizione di causa. Per chi non ama la montagna le prove risultano noiosette, la conduzione manca della necessaria ironia per questo tipo d’imprese e le guide sono… le guide. Eppure, alla fine, il programma funziona, non ha tempi morti, riesce con il montaggio a costruire una narrazione più che accettabile
Si passa a Antonio Dipollina su Repubblica:
Il premio per il pezzo di scalata riuscita consiste in due docce calde in albergo. E lì è un attimo, l’intero castello della sfida per principianti della montagna, la narrazione della cultura ascensionale, la ‘sfida verticale’, la diffusione di un credo meraviglioso e silenzioso e meditativo, tutto crolla ricordandoti che è un giochino televisivo dei soliti. Meglio, il primo di ideazione italiana. Non che manchino le fasi gustose, c’è Filippo Facci, tipo, che esibisce il sarcasmo forbito come regola unica. Ma Caterina Balivo è lì a imitare le signore dei reality di successo e gli altri imitano i concorrenti. Sempre più in alto, sempre più schiavi del genere
Infine Asif su Il Sole 24 Ore-Domenica:
Il programma si svolge nella noia, con i vip che non riescono a fare quello che i veri montanari hanno imparato in anni e anni
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