Woody: il docufilm sul regista

Aspetto umano ed artistico del noto regista

di Monia Ruggieri 18 Settembre 2012 11:53

Il 21 settembre arriva al cinema Woody, il film diretto da Robert B. Weide, con un cast stellare: Woody Allen, Letty Aronson, Marshall Brickman, Josh Brolin, Dick Cavett, Penélope Cruz, Larry David, John CusackSi tratta di un documentario sulla via del grande Woody Allen della durata di 113 minuti. Quasi due ore per evidenziare quel che si cela dietro lo scrittore, regista, commediografo e attore, nonché musicista, in sostanza probabilmente l’artista più poliedrico di tutti i tempi. Per la prima volta, vedremo sui grandi schermi la vita privata ed artistica di quel genio di Allen, con tanto di processo che lo ha portato così in alto, grazie al docufilm firmato da Robert Weide. 

La pellicola si apre con l’infanzia di Woody Allen e la sua adolescenza, con i primi ingaggi professionali: infatti Allen fin da giovane ha collaborato per comici e quotidiani scrivendo le prime barzellette e mostrando il suo lato comico e grottesco. Ci si affaccia poi negli anni ’50 e ’60, quando Allen lavora in tv, sempre come comico e cabarettista, per poi passare ai talk show, essendo ospite ed opinionista, arrivando infine ad essere autore per Sid Caesar. Ci si accinge poi ad ammirare la sua ascesa nel mondo del cinema: infatti ben presto l’eclettico Allen si è guadagnato l’appellativo di sceneggiatore e regista più prolifico di Hollywood, sfornando in media una pellicola all’anno, per ben 40 anni consecutivi.

Anche il regista del docufilm ha commentato il suo essere prolifico:

“Woody, nello stesso arco di tempo che io ho impiegato a realizzare questo documentario, ha realizzato tre lungometraggi”

Nel documentario sono presenti ben tre interviste a personaggi del calibro di Antonio Banderas, la sua attrice preferita e musa Scarlett Johannson e Diane Keaton. Sean Penninvece, rivela l’aspetto meno conosciuto del regista, quello dello scrittore per il teatro e degli articoli per i vari quotidiani.

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