La migliore offerta: un film sull’affascinante mondo dell’arte

Tornatore torna al cinema con una pellicola coivolgente, di hitchkockiana memoria.

di Elisa Bonaventura 8 Gennaio 2013 20:34

Un film di Giuseppe Tornatore. Con Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland. Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore. Anno: 2012. Paese: Italia. Durata: 124 minuti. Target: 16 +.

Virgil Oldman è un raffinato cultore e collezionatore di opere d’arte, nonché acclamato e professionale battitore d’asta. Conduce una vita lussuosa quanto solitaria, imprigionato nell’ammirazione della sua imponente collezione di ritratti femminili.

La sua vita verrà sconvolta dall’incontro con una donna misteriosa, Claire, affetta da una gravissima forma di agorafobia, che le impedisce non solo di uscire di casa, ma anche solo di farsi vedere da estranei. Virgil riesce a parlare solo attraverso una porta chiusa ma, inspiegabilmente considerata la sua apparente misoginia, inizia ad essere irresistibilmente attratto dalla misteriosa ragazza e finisce per innamorarsene.

Virgil rivoluziona tutta la sua vita, entusiasta per aver, finalmente, trovato l’amore di una donna, senonché la sua storia si conclude con un finale del tutto inaspettato.

Giuseppe Tornatore, dopo averci lasciato con un inno commovente alla sua Sicilia con “Baarìa”, torna al cinema stupendoci con una storia decisamente teorica e non convenzionale, ma che appassiona e tiene con il fiato sospeso come solo i grandi registi sanno fare. Paradossalmente, Tornatore riesce a dare il meglio di sé mettendo in scena un thriller psicologico e sofisticato, lontano dai suoi paradigmi narrativi che l’hanno portato in passato a consacrare nei suoi film i ricordi di una Sicilia antica e, purtroppo, ormai perduta.

Una storia d’amore forte e coinvolgente, nutrita di piccoli gesti, di tenerezza e di sentimento, unita ad una grande ammirazione per il mondo dell’arte e dell’antiquariato: è questo il nocciolo su cui si innesta il thriller di Tornatore, un thriller cerebrale e intellettuale, che ricorda molto da vicino il cinema anni ’50, in particolar modo quello di Alfred Hitchkock.

La performace attoriale di Geoffrey Rush è dir poco eccellente, segno di come si sia lavorato a lungo su questo personaggio, con risultati sicuramente di altissimo livello.

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