Giuliano Ferrara, “non vado in onda perché non voglio”

Ecco perché Ferrara non va in onda

di Monia Ruggieri 27 Settembre 2012 15:17

La gente appartenente al mondo dello spettacolo, o che comunque milita all’interno del “jet set”, ci ha più volte abituati a colpi di scena e colpi di testa. Spesso infatti si usa il binomio spettacolo = faccio quello che mi pare. Quindi posso permettermi di non andare in onda se non mi va e lasciare nel panico tutti i miei collaboratori che si occupano della gestione del programma e della programmazione dei canali. Del resto, io sono famoso, quindi faccio quello che voglio! O no?

A quanto pare è proprio così che va questo tipo di mondo: anche ieri sera, infatti, per la terza serata di fila, Giuliano Ferrara  e il suo programma ‘Qui Radio Londra’ non è andato in onda. E chissà che il direttore de Il Foglio torni in tv la prossima settimana. Si tratta di un problema di salute, di share? Perché mai un uomo, con tanto di contratto in mano, che prende la bellezza di 3.000 euro a puntata si debba (o possa) rifiutare di andare in onda col suo programma?

Pare che a monte ci sia la non messa in onda proprio del suo programma registrato e che sarebbe dovuto andare in onda il 24 settembre. Ferrara nel corso di quella puntata avrebbe ribadito il concetto secondo il quale la Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, si sarebbe dovuta dimettere. Cosa che la donna ha fatto di lì a poco, quindi la puntata sarebbe risultata “vecchia” e non al passo con l’attualità. da qui sarebbe scoppiata l’aperta polemica con il direttore di Rai 1, Mauro Mazza. 

Il giornalista questa mattina è stato intervistato da Alessandro Milan, di Radio 24, che gli ha chiesto il motivo per il quale non è andato in onda. D’altro canto, Ferrara ha così risposto:

“Perchè non ne ho voglia, mettiamola così. Non erano domande alle quali intendevo rispondere. Sono ca*zi miei, diciamo.”

E quando gli viene chiesto se oggi andrà in onda, risponde con cinismo:

“Andiamo avanti. C’è una famosa dicitura: fine delle trasmissioni. Poi si suona l’inno nazionale, ci sono sigle, il cielo, le nuvole eccetera. Accontentatevi di questo. Arrivederci”.

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