I 2 soliti idioti, il film di Natale

Biggio e Mandelli raccontano il film che uscirà a Natale

di Monia Ruggieri 10 Novembre 2012 12:12

Niente cinepanettoni alla Boldi e De Sica quest’anno? Chissà, intanto questo è certo: il cinepanettone quest’anno è tutto loro. Stiamo parlando de I soliti idioti, il duo padre – figlio che l’hanno scorso ha fatto incassare ben 11 milioni di euro. E che quest’anno prova a fare il bis con I due soliti idioti. 

“Sarà il prossimo cinepanettone, anche per colpa di Checco Zalone, che non ha più idee e ha deciso di rimandare il film, così tocca a noi salvare lui e il produttore Pietro Valsecchi.”

Ridendo hanno affermato i due protagonisti della pellicola, Biggio e Mandelli.

“Sarà un film trasversale, amato dai giovani, ma anche da tanti adulti, che graffierà, farà ridere, discutere. Si sta cercando di rinnovare l’Italia nella politica, bisogna farlo anche nel cinema, con nuovi linguaggi come quello dei Soliti Idioti, un tentativo di trovare una medicina all’Alzheimer di questo Paese, il modo per scavalcare la siepe di Leopardi e trovare l’infinito”.

ha detto Valsecchi, di Taodue.

I due attori principali sono molto soddisfatti del loro lavoro cinematografico, tanto che lo affermano con molta sicurezza:

«C’è una trama più strutturata, non sono solo gag che si intersecano, gli altri personaggi faranno solo apparizioni, come i bambini cattivi, i preti, i tamarri, i pirati della strada. (Parlando dello scandalo suscitato al Festival di Sanremo con la performance di due gay isterici ndr.) ma non ci siamo mica piegati alle polemiche, che anzi sarebbero state una ragione per rifarli. Semplicemente volevamo farli riposare».

E aggiungono:

«Ce ne hanno dette di tutti i colori, che siamo vuoti, volgari, mostruosi, sciocchi. E più passa il tempo più c’è chi si accanisce. Ma noi siamo come Balotelli, uno che potrebbe avere Ruggero come modello: tutti lo criticano, ma è sempre lì. Ruggero fa paura? È un pupazzo, si può aver paura di un pupazzo? Però se possiamo lanciamo un appello a Concita De Gregorio che proprio su Repubblica aveva parlato del fallimento di una intera generazione simboleggiato dal film: venga a trovarci sul set! Porti anche i suoi figli! Sarebbe il nostro sogno!» 

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