Iacona e Presadiretta, il giornalismo d’inchiesta

Il giornalista di Presadiretta rilascia alcune interessanti dichiarazioni

di Monia Ruggieri 4 Novembre 2012 20:39

Iacona, oltre ad essere laureato in Lettere e filosofia, è anche un giornalista d’inchiesta. Il suo compito è quello di denunciare il declino del Paese e per questo utilizza uno spazio tutto suo, Presadiretta, una trasmissione televisiva che parla di attualità e politica. Il programma, che andrà in onda su RaiTre, tornerà sui palinsesti televisivi a partire dal 6 gennaio 2013.

Proprio in occasione del suo ritorno in tv, il giornalista ha rilasciato delle dichiarazioni nel corso di una interessante intervista. Infatti partendo dal presupposto che alcuni credono che le trasmissioni di denuncia, come Presadiretta o Report ad esempio, rischiano di aumentare un sentimento di odio verso la politica, Iacona afferma:

«Mi ribello. Ho sempre sostenuto che in questo paese ci voglia più politica, non meno. La politica è necessaria. Ma deve essere più diretta. Serve un patto chiaro con i cittadini. E non credo che la gente ce l’abbia con la politica per via della mia trasmissione odi quelle dei miei colleghi. Assolutamente».

Il giornalista è anche autore del recentissimo libro La strage delle donne (Chiarelettere), un libro sul femminicidio. E proprio di esso ha parlato:

«Leggendo tutte queste storie sulla stampa mi sono accorto che c’era un buco narrativo, bisognava capire perché così tante donne vengono uccise. E nessuno fa niente tanto meno la politica. Neanche i tecnici. Ci vuole coraggio. Ma anche noi giornalisti dovremmo averne di più. Non siamo proprio autonomi, dipendiamo un po’ dall’agenda politica. Dovremmo stare dalla parte del pubblico. Prima in tv non si poteva parlare di crisi perché secondo i politici la crisi non c’era. Poi è venuta a dircelo l’Ue che eravamo messi male. In questi ultimi anni è stato difficile soprattutto con Berlusconi, che era molto attivo in Rai Io per l’inchiesta delle intercettazioni di Trani ci ho buttato il sangue…».

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