“Viva l’Italia”: commedia di denuncia del sistema politico italiano

Il secondo film di Massimiliano Bruno, campione di incassi, ci fa ridere e riflettere sulla attuale situazione italiana.

di Elisa Bonaventura 16 Novembre 2012 18:41

Un film il cui successo è andato oltre ogni previsione, incassando più di un milione di euro nel primo week-end di programmazione, balzando in vetta al box office per alcune settimane.

Stiamo parlando di “Viva l’Italia”, l’ultimo e appassionante film di Massimiliano Bruno, regista italiano che, dopo il successo di “Nessuno mi può giudicare”, ci propone una commedia frizzante, scorrevole, satirica e, paradossalmente, amara.

Bruno fotografa infatti con eccezionale lucidità un sistema politico, quello italiano appunto, che non è più tollerabile, e lo mette alla berlina con un’ironia dissacrante e massacrante, facendolo cadere sotto i colpi impetuosi della satira acuta e senza peli sulla lingua.

Protagonista del film è un onorevole meridionale, interpretato dall’eccellente Michele Placido, esponente di spicco del partito “Viva l’Italia”. Il personaggio incarna l’emblema dell’uomo politico italiano, portavoce di valori nobili come la famiglia, il lavoro, la libertà, l’occupazione. Ma dietro i suoi discorsi retorici si intravede, nascosta a fatica, la sua vera identità di uomo corrotto e di malaffare, ipocrita, ignorante e borioso.

Tuttavia, un ictus porta l’onorevole ad una inaspettata svolta: egli, avendo perso tutti i freni inibitori, è costretto a dire sempre la verità.

Ed è proprio questo piccolo incidente che lo porterà a comprendere le storture del sistema italiano che egli stesso aveva contribuito a creare. Recupera il rapporto con la moglie, viziato da centinaia di tradimenti, e con i figli, interpretati dai bravissimi Alessandro Gassman, Raoul Bova e Ambra Angiolini.

Nonostante i figli fossero stati inseriti nell’ambiente lavorativo grazie alle raccomandazioni del padre, è proprio l’onorevole che, resosi conto dell’errore, li spinge ad andare avanti con le proprie forze, in un sistema lavorativo in cui, in ogni caso, il criterio meritocratico è completamente sconosciuto e ignorato.

E se attori come Rocco Papaleo ed Edoardo Leo contribuiscono a rendere il film ancora più divertente e scorrevole, le scene in cui si leggono alcuni articoli della Costituzione inducono gli spettatori a riflettere e a prendere coscienza delle ingiustizie e delle storture italiane.

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